Itinerari culturali
Matera: tra rupe e cielo
di Gianluca del Monaco
La città ci è apparsa all’improvviso, girata la curva, con la sua luce mozzafiato: le case addossate l’una sopra l’altra lungo il pendio a formare una misteriosa armonia, innestata sul campanile della Cattedrale, e giù in basso l’abisso della gravina, una città-presepe costruita sui bordi di un canyon, quale vista più inaspettata e stupefacente di questa! Così ci siamo subito innamorati di Matera, come di una donna a cui vai dietro e di schianto gira il capo e ti mostra il suo volto.
A settembre Davide Rondoni ci prende in contropiede: “Il 7-8 dicembre andiamo a Matera, è un posto bellissimo, guardate su internet il mio filmato Rupe Cielo sulle chiese rupestri, facciamo un viaggio lì con il Centro Culturale”. Da come lo dice, si capisce che Davide è rimasto colpito da qualcosa che ha visto.
Fidandomi dell’intuizione di Davide, mi metto all’opera per organizzare il tutto, sento alcuni amici locali di Rondoni, comincio a raccogliere le iscrizioni, pian piano il viaggio prende forma. Alla partenza dall’aeroporto di Bologna, all’alba del 7 dicembre, c’è un gruppo di una trentina di persone, a dir poco eterogeneo per età e temperamenti, e la prospettiva di un programma decisamente intenso, in modo da farci avere una prima idea abbastanza completa di Matera in soli due giorni.
Matera ci sorprende dal primo momento. L’ambiente è unico, con i continui panorami sull’altopiano della Murgia, la città dei Sassi, metà costruita e metà scavata nella roccia, in basso il canyon della gravina, e in alto l’azzurro limpido del cielo invernale, “tra rupe e cielo” appunto. Ci stupiscono le chiese rupestri, disseminate tra i Sassi e nei dintorni, sulla Murgia, i loro ambienti intimi e le pitture medievali, come un’apparizione del Cielo nella profondità della Terra. Ci stupiscono forse ancor più le persone che incontriamo e che ci guidano nel nostro primo incontro con la città e col territorio, per la passione sincera con cui amano la loro terra e ne vivono l’identità giunta dalla tradizione come qualcosa di ancora vivo e presente.
Molto bella è la storia della ‘riscoperta’ delle radici di Matera negli ultimi decenni. Negli anni cinquanta Matera diventa nota a livello nazionale come la città della vergogna per le condizioni igieniche disumane in cui versano gli abitanti dei Sassi a causa del sovraffollamento e della promiscuità tra uomini e animali da lavoro. Il governo italiano decide quindi di trasferire l’intera popolazione fuori dai Sassi in nuovi quartieri appositamente costruiti intorno alla città storica. In un lungo processo durato sedici anni i Sassi si spopolano e vengono rinnegati nella coscienza dei materani come un passato da dimenticare. Nel frattempo però un gruppo di giovani locali, studenti universitari, prende consapevolezza dei tesori storici e artistici che la loro terra custodisce. Iniziano quindi a esplorare le chiese rupestri, per la maggior parte abbandonate dopo i secoli medievali, divenute rifugio per i pastori o magazzini. Il loro intento non è però quello di fare dei Sassi una città-museo, ma di riportarli alla vita a partire dalla conoscenza del loro patrimonio culturale. Prendono così anche decisioni scandalose per l’epoca, come quelle di sposarsi nelle chiese rupestri o addirittura di andare ad abitare nei Sassi, una zona ormai abbandonata e per questo divenuta ritrovo di gente poco raccomandabile. La loro insistenza è però premiata, perché progressivamente l’Italia e il mondo intero si accorgono del valore di Matera, tanto da valerle il riconoscimento di patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO nel 1993. Da lì in poi i Sassi hanno definitivamente ripreso vita con abitazioni, negozi, bar, ristoranti e alberghi, e le chiese rupestri sono state riaperte al pubblico. Una città è rinata a partire dalla riscoperta del valore presente del proprio passato, un esempio per l’intero patrimonio culturale italiano.
Di questa Matera mi sono autenticamente innamorato, ritornando a Bologna con una grande bellezza negli occhi e il desiderio di dare in futuro anche ad altri l’occasione di questo viaggio.
Gianluca del Monaco (Centro Culturale di Bologna Enrico Manfredini)
Matera: between rock and sky
The town suddenly appears after a bend in the road, shining under a breathtaking light: small houses placed ones upon the others along a slope shape a mysterious harmony, rooted in the bell tower of the Cathedral. Down there is the abyss of the gravina. It is a crib-town built on the rims of a canyon: there is no view more unexpected and amazing! One immediately falls in love with Matera, as with a woman who he is following and suddenly turns her head and shows her face.
Matera astonishes the visitor from the first time. There is no surprise that movie directors as Pier Paolo Pasolini or Mel Gibson chose this place for their films on Jesus Christ. The environment of this Southern Italian town, one hour drive from Bari, is absolutely unique, with sudden views on the plateau of the Murgia, on the Sassi (the Italian word for ‘stones’), the typical houses half dig and half built into the rock that form the heart of the town, on the canyon of the gravina in the bottom and the clear blue of the sky above your heads, “between rock and sky” indeed. Rock churches are scattered in the Sassi and on the Murgia. With intimate interiors decorated by medieval paintings, they are as an apparition of Heaven in the depths of Earth. The citizens of Matera, called materani, are part of this amazing ensemble. They love their hometown with a sincere passion and live the identity stemming from the long tradition of their land as something still alive and present.
The cultural roots of Matera has been rediscovered only in the last few decades. This is a story worth to be told. In the 1950s Matera became known in Italy as the town of shame because of the inhuman hygienic conditions suffered by people living in the Sassi, packed in small spaces together with their working animals. The Italian government decided to move all the inhabitants from the Sassi to new quartiers built for that purpose around the historical center. The process took sixteen years to be accomplished: the Sassi were depopulated and their memory was obliterated in the conscience of the materani as a past to be canceled. However, a group of local young university students became aware of the historical and artistic treasures of their homeland. They started to explore the rock churches, mostly deserted after the Middle Ages and become refuge for shepherds or storehouses. Indeed, their intention was not to turn the Sassi into a museum-town, but to bring them back to life starting from the knowledge of their cultural heritage. They thus made choices considered scandalous by their fellow citizens: getting married in the rock churches or going to live in the Sassi, an abandoned area and meeting point of criminals. Their mission was succesful. The value of Matera was gradually acknowledged in Italy and all over the world. The town entered the UNESCO world heritage list in 1993. The Sassi resumed new life with shops, bars, restaurants and hotels. A town has reborn thanks to the rediscovery of the present value of its past. It is a model for the whole Italian cultural heritage. This Matera is now waiting for a new chance: the year as European city of culture in 2019.